BISOGNI ED ANIMALI NON-UMANI: NUOVE VISIONI E PROSPETTIVE
Abbiamo esordito anche in altri articoli dichiarando che fortunatamente il processo di domesticazione e contaminazione uomo-animale, nei tempi in cui viviamo, stanno portando l’animale umano a cercare di comprendere profondamente cosa significhi benessere anche per l’animale non umano.
Già nel 1965 il governo inglese commissionò uno studio di ricerca che condusse alla redazione del “Brambell Report”, nel quale vengono riportati i cinque pilastri, le cinque libertà fondamentali per permettere ad un animale di vivere in uno stato di benessere:
- libertà dalla sete, dalla fame e dalle cattive nutrizioni
- libertà di avere un ambiente fisico adeguato
- libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie
- libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche normali
- libertà dal timore
Sono passati “solo” poco più di cinquant’anni, da questo studio, e già in quell’occasione si iniziava a parlare di bisogni più fisiologici, legati alla nutrizione e libertà più emotive e relazionali come la possibilità di manifestare le caratteristiche comportamentali di specie.
Perché allora risulta importante diffondere la cultura dei Bisogni del cane?
Oltre ad un piano più relazionale, condividere esperienze con esseri viventi appagati nei propri bisogni è un’esperienza certamente arricchente, ci sono anche due motivazioni più scientifiche che rendono ormai indiscutibile l’importanza fondamentale dell’appagamento dei bisogni del cane e sono legate a due aspetti fondamentali:
· comportamento: un cane che ha possibilità di appagare i propri bisogni svilupperà con moltissima meno frequenza disturbi comportamentali.
· salutogenesi: il cane deve trovare nel soddisfacimento dei propri bisogni fonti per garantire la sua salute fisica e psichica.
Ma tutti i cani hanno gli stessi bisogni?
In parte è la risposta più corretta. Proviamo a spiegarci meglio. Si può dire che tutti gli esseri umani abbiano gli stessi bisogni? Abbiano cioè delle esigenze a cui rispondere per vivere una situazione di benessere?
E’ evidente che ci sono bisogni che appartengono a tutti gli esseri umani, come quelli fisiologici, ci sono invece bisogni specifici di un individuo, che magari non appartengono ad altri. Va tenuto in considerazione che ciascun individuo animale umano e non umano è unico ed irripetibile, ciò significa che esistono bisogni che sono soggettivi e non riguardano tutta la specie.
In etologia si parla di bisogni filogenetici, che riguardano tutti gli individui di una specie poiché si rifanno proprio all’origine e all’evoluzione di quella specie e di bisogni ontogenetici, che possono riguardare solo alcuni individui di quella specie, per la propria storia individuale.
Quindi con il nostro animale cosa dobbiamo fare?
Il primo passo è formarsi ed informarsi, sui bisogni di specie dell’animale, di ciò che ha bisogno per sperimentare e vivere ben-essere. Lo step successivo è osservare l’individuo scelto, le sue modalità, le sue propensioni, ciò che apprezza e ama fare, ciò che costruisce con noi compagni di vita umani e agire di conseguenza. Osservare l’individuo per la lettura dei bisogni ontogenetici ci richiede il difficile compito di toglierci gli “occhiali antropocentrici” e farci animale. Per osservare un cane devo farmi cane, devo vivere, sperimentare e percepire il mondo per come lui stesso lo esperisce. Altrimenti emergono i miei bisogni, non quelli dell’animale, ed è una visione egocentrica, non ecocentrica.
Osservati e compresi i bisogni filogenetici e ontogenetici, anche con il supporto di professionisti validi e qualificati, il compito che abbiamo è permettere all’animale di soddisfarli, affinchè viva in una condizione di benessere.
Si possono comparare i bisogni degli animali umani e non umani?
Analizzando la piramide dei bisogni umani creata e analizzata da Maslow negli anni ’50, si possono trovare analogie tra i bisogni dell’animale umano e del cane.
I Bisogni del cane
I Bisogni dell'animale umano
Approfondendo i bisogni del cane riportati nella seconda piramide emerge che:
1. Bisogni fisiologici: il cane ha bisogno di rispondere ai bisogni che gli permettono di sopravvivere (mangiare, bere, dormire, …). Va sottolineato che il momento del riposo per il cane è veramente importante perché permette anche di rielaborare le esperienze vissute, oltre che rigenerarsi e ricaricarsi. E’ importante che la “zona nanna” del cane sia in una zona di non passaggio continuo e in un posto in cui il cane si senta protetto.
2. Bisogni di sicurezza: dobbiamo diventare per il nostro cane una base sicura, un rifugio nel quale può trovare conforto e sicurezza, soprattutto nelle situazioni più complesse. Ogni cane è un mondo a sé, ci sono cani che per esperienze di vita personali tendono a fare da soli, ma possiamo e dobbiamo essere la loro base sicura comunque.
3. Appartenenza: il cane è un animale sociale, che in natura, prima della domesticazione, viveva in branco. L’arrivo del cane in famiglia diviene un “noi” che include anche l’animale non umano. Non è un soggetto in più, ma deve diventare parte integrante in un’ottica sistemica, importante come ciascun componente della famiglia, certamente rispettato nelle caratteristiche di specie e inclinazioni individuali.
4. Lo step successivo è sentirsi importante. Non solo è parte della famiglia, ma con il cane viviamo esperienze e dedichiamo all’animale tempo e spazio. Tempo e spazio di qualità, in cui si fanno delle attività insieme che appaghino entrambi, in modo che la relazione ne esca rinforzata.
5. Spesso sentiamo dire che il cane è un animale abitudinario. Certamente la creazione di una routine è molto tranquillizzante, del resto anche noi animali umani stiamo volentieri nella nostra zona di comfort. Ma è importante variegare le esperienze, le passeggiate, facciamo esperienza di nuove situazioni insieme, questo permette di mantenere un buon livello di attivazione e di curiosità, oltre che di apertura al mondo.
6. Ebbene sì. Anche il cane ha necessità di sentirsi realizzato. Non intendiamo una realizzazione metafisica o spirituale, ma una realizzazione “terrena”, sentirsi appagato, comprendere di essere parte di un branco e avere le possibilità di fare esperienze e mettere in gioco le proprie competenze sociali e abilità.
La Relazione con l’animale non umano diviene ha quindi una grande forza evolutiva per i due soggetti coinvolti. Entrambi possiamo tendere alla realizzazione e uno possiamo diventare spinta per l’altro nel raggiungimento di una vita serena, appagante e stimolante.
Di seguito ti proponiamo uno stimolo su cui riflettere per leggere meglio i bisogni del tuo cane. Per ciascun settore del cerchio colora gli spazi indicati. Maggiore è l’area colorata, più quel settore è preso in considerazione da te nella relazione con il tuo cane.
Ora osserva il tuo radar della relazione, fermati un secondo e rifletti in base a quanto hai letto e sullo stimolo proposto.
- Ci sono aree in cui vorresti migliorare la relazione con il tuo cane?
- Come intendi farlo?
- Quando inizierai?
Buon lavoro e buonissime relazioni...
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